RICORDI INDELEBILI

"Il caldo tiepido che adesso le accarezza la pelle va a mescolarsi con il freddo marziale assorbito nei quattordici giorni precedenti; questo torpore affluisce in lei, donandole una leggera sensazione di benessere. Il profumo dei chicchi d’uva violacei che si diffonde lungo la valle fa estinguere le sgradevoli sensazioni divampate come un incendio nelle sue narici. All'orizzonte, i raggi luminosi provenienti dal sole rimbalzano sui filari di vite, conferendo al paesaggio un aspetto alquanto mistico e allontanando le tenebre che abbrancano i suoi ricordi.

Stella, allungando il braccio verso destra, sfiora con le dita le grandi foglie a forma di cuore che affrescano l’ambiente. Immergersi nella natura le permette di cancellare all'istante ciò che ha riportato con forza nella memoria e le consente di ristabilire un contatto con sé stessa. Camminando tra le fila ordinate di quel campo, sente scricchiolare sotto le scarpe dei pezzetti di legno che armonizzano i suoi sensi e le fanno dimenticare il rumore metallico degli automezzi pesanti che ancora oggi la tormenta.

A un tratto, un soffice vento di scirocco le scuote i capelli: per un brevissimo istante sembra sanarle la ferita, ma, invece, senza alcun preavviso, la trasporta nel tempo e nello spazio in cui l’ultimo angosciante ritrovamento ha avuto luogo. Così, sollevata da terra, fluttuante nel vuoto, si ritrova a osservare con discrezione quanto ha vissuto pochi giorni prima. Il posto è lo stesso, ma i colori circostanti sembrano ancora più cupi.

Dall'alto di quella sua insolita visuale, scorge i suoi colleghi nel bel mezzo delle operazioni di recupero degli ultimi dispersi. Solo guardare quello scenario le provoca inquietudine. Sono passati alcuni giorni dal 14 agosto, ma non ricorda quanti precisamente. Quel flashback le sembra reale, come un vero viaggio nel tempo. Infatti, dopo essersi guardata attorno, riconosce proprio sé stessa nel posto in cui era – nei pressi dell’unità di Comando mobile – intenta a scrutare in lontananza l’evolversi della situazione.

Nel frattempo, le immagini di quel ricordo proseguono... me le vedo scorrere davanti come se io ci fossi stato: uno dopo l’altro, vengono tirati fuori i corpi senza vita dei componenti della famiglia di cui mi parla. Il tempo sembra rallentare fino a fermarsi del tutto quando anche l’ultimo corpicino viene estratto dalle lamiere dell’auto sepolta dai detriti; i Vigili del Fuoco che fisicamente lo tengono stretto tra le mani sembrano accarezzarlo dolcemente con lo sguardo mentre lo adagiano in un telo bianco sopra una barella. Durante la staffetta, i loro volti stremati si lasciano sfuggire smorfie di dolore che disegnano solchi profondi sulle loro guance impolverate. In tutta l’area cala il silenzio. Chiunque stesse operando o svolgendo attività amministrative si ferma e presta attenzione a quella scena. Cordoglio e vicinanza sono espressi attraverso quel lunghissimo istante di inerzia condivisa.

Poi, all'improvviso, qualcuno le stringe la mano con forza! L’unione energetica tra i due corpi le consente di attraversare un portale spazio temporale e ritornare nel presente. Ora, quell'impronta remota che stava rivivendo sembra rimpicciolirsi magicamente dentro un cerchio, sempre più piccolo, per poi sparire nel nulla.

Il compagno, che intanto passeggiava accanto a lei, preoccupato dal suo mutismo prolungato, le chiede con tono moderato: “Stella tutto ok? A cosa stai pensando?”.

Lei accenna un sorriso smorzato, mentre vede riapparire davanti ai suoi occhi i colori caldi del tramonto sulle Langhe – località in cui la coppia è in vacanza dopo l’intervento del ponte – e con serenità risponde: “niente… pensavo che è davvero bello questo posto… era proprio quello di cui avevo bisogno!”.

Poi, mentre l’uomo si pianta su due piedi, in modo da tirarla verso di sé al fine di abbracciarla e intercettare, così, il suo sguardo, lei ruota lentamente su sé stessa, alza gli occhi al cielo e con voce soffusa, senza farsi udire, sussurra: “buon viaggio… buon viaggio, piccola!”.