AUGURI MAMMA, QUESTO CUORE E' PER TE!
Auguri mamma.
Questo cuore è per te.
No, aspetta, prima di piangere vorrei che sapessi quanto ti sto per dire.
Noi stiamo bene. Ginevra sta crescendo. E sì, tu ci manchi! Tra alti e bassi, pianti a dirotto e sorrisi di gioia la stiamo conoscendo sempre di più: strillo lungo e intenso sono le coliche, mugugno leggero bisogna cambiarle il pannolino e pianto alternato – come la sirena dei pompieri – significa che ha fame. Tutto sotto controllo… per il momento. Da quando siamo diventati genitori la nostra vita non è cambiata, è solo più completa. Ad esempio, ti ricordi la mia maglietta preferita comprata in Australia con tutti gli animali autoctoni stampati su? Bene, ieri sera era così ricolma di vomito tanto da farci stramazzare al suolo dalle risate. Non ti preoccupare, è già lavata e pronta per un altro giro. Lo so… lo so, se fossi stata qui, me l’avresti lavata tu. Piuttosto, fammi una cortesia, di’ al babbo di piantarla di ripeterci che dobbiamo stare attenti al collo della piccola; digli che ormai è grande, fra qualche giorno incomincerà ad andare in bicicletta con le sue gambine! Dai che scherzo, staremo attenti. Posso comprendere il babbo, fare i nonni a distanza deve essere un vero strazio, un’ingiustizia. Non poterla scrutare da vicino, non poter annusare il suo profumo di latte e non riuscire a stringerla forte tra le braccia deve essere un inferno. In parte vi capisco, infatti quando le sono lontano per sole ventiquattro ore il mondo mi appare tutto più grigio, figuriamoci voi che l’avete osservata solo nel minuscolo schermo di un telefono. Sai, dalla prima volta che lei e io, i nostri occhi, i nostri sguardi si sono incrociati la mia – la nostra – vita ha un sapore diverso. Assomiglia al gusto caldo e intenso del latte con il Nesquik che preparavi a me e a Simona quando eravamo bimbi. In realtà, forse non lo sai, ma il giorno della sua nascita, la piccola aveva solo un occhio aperto, mi sembra però che mi guardasse o almeno mi piace pensarla così.
Ecco… lo sapevo! Hai iniziato a piangere, non volevo farti soffrire. Non era mia intenzione.
La vita con te – l’ho sempre detto – è stata ingiusta. Hai dato amore incondizionato, come l’amore verso i propri figli, ma sei stata delusa. Sei stata colpita e ti sei ammalata così gravemente da non riuscire nemmeno a versare lacrime per te stessa. Hai combattuto come un leone e ti sei risollevata aiutandoci a dimenticare quei giorni funesti. Ti sei gravata, molto spesso da sola, il peso fisico e psicologico della nonna Pupa, malata di Alzheimer da più di dieci anni, però, senza mai pretendere niente da nessuno. Ci hai insegnato ad amare il prossimo, a perdonare chi ci ha fatto soffrire e soprattutto mi hai avvicinato all'universo sconfinato della lettura e della scrittura dei libri.
Se avessi potuto raccontare la tua vita in un libro autobiografico sarebbe diventato certamente un best-seller.
Oggi, è la tua festa, e come non mai, tu e la mia famiglia strampalata e calorosa del Sud mi mancate. Non ti preoccupare per la presentazione del libro, avremo tempo e modo per farlo di persona, te e io come i vecchi tempi a scambiarci pareri come due amici e a ridere di quando, tutto, sembrava più semplice. In molti parlano della fine della quarantena e del ritorno progressivo alla libertà, ma il mio isolamento morale e psicologico continuerà fino a quando non riuscirete a vedere di persona la vostra nipotina… e, io, potrò rivedere te!
Detto tra di noi… lo so che quella nella foto è una patata.
Può sembrare brutta, ma per me, è la patata più bella che ho mai visto.
Lei ha colmato il vuoto che ci separa e mi ha dato l’ispirazione di scriverti.
Auguri mamma, oggi il mio cuore è per te!